La scorsa settimana abbiamo visto cos'è il nostro iRating con il post Cosa significa Rating Implicito.

Avete avuto modo di conoscere uno strumento che può aiutare tantissimo ad evitare di trovarsi con il cerino in mano quando una società inizia a deteriorare le possibilità di restituzione del denaro agli investitori obbligazionisti.

Siamo tutti consapevoli che la restituzione del denaro di un investimento obbligazionario avviene nel momento in cui l'azienda riesce a far fronte ai propri impegni e mantiene le previsioni ed i budget di crescita che si è prefissa per aumentare il business e successivamente poter restituire agli investitori i soldi imprestati con lo scopo proprio di far crescere la società.

 

Siamo anche consapevoli che le obbligazioni sono investimenti molto asimmetrici, ovvero se ci pagano gli interessi, alla scadenza dell'investimento torneremo in possesso dei nostri 100 più gli interessi (che ormai da anni hanno rendimenti risicati); viceversa l'alternativa se la società non ripaga il debito è il fallimento con recupero molto parziale del denaro investito (in gergo tecnico si chiama loss given default, ovvero perdite in caso di fallimento).

Questa asimmetria ha un senso solo se le probabilità di incasso delle cedole e della restituzione del capitale è molto elevata, per compensare appunto il fatto che il guadagno massimo è determinato e basso, mentre le perdite sono potenzialmente molto elevate.

Grazie al premio Nobel Robert Merton si è sviluppata una teoria per cui le obbligazioni sono paragonabili alla vendita di Opzioni Put, in quanto il premio incassato è certo, ma potrebbe anche portare tale strumento alla perdita totale o parziale del patrimonio.

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Da questa teoria economica si sono sviluppati modelli di stima del prezzo e delle probabilità di default derivanti dall'analisi del sottostante.

Partendo dal presupposto che non ha senso far fallire una società fintanto che il valore degli attivi è superiore al valore dei debiti, si può stimare la probabilità che questo avvenga conoscendo alcune informazioni basilari su tale società.

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Il modello sviluppato da Vasicek-Kealhofer (la V e la K del modello KMV) è diventato un criterio di valutazione standard per la misurazione quantitativa del Default Risk e ha dimostrato di essere un potente e lungimirante indicatore di Corporate Default.

In sostanza, conosciuta la volatilità di una serie storica degli attivi di un titolo (derivante dalle variazioni della capitalizzazione del titolo in borsa) e conosciuta l'entità dei debiti a breve e a lungo termine, è possibile stimare le probabilità che gli attivi arrivino a coincidere con i passivi della società, determinando di fatto una non convenienza a mantenere in vita la società (Se possiedo una società che vale 100 euro ma questa società ha 150 euro di debito mi conviene dare la società ai miei creditori).

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Il Rating Implicito praticamente stima la probabilità di default, chiamata EDF, ovvero Expected Default Frequency, di un titolo in base a queste informazioni, partendo dall'assunto tanto caro ai quantitativi come me per cui i prezzi di un titolo azionario incorporano tutte le informazioni disponibili e anche qualcuna non conosciuta dal mercato, per cui se un titolo va male un motivo c'è, magari non lo conosci ma c'è sempre.

Se ci pensate, tutti i default passati di società quotate in borsa sono stati preceduti da periodi di forte perdita di valore del titolo in borsa (caso eclatante ENRON, ma è successo come detto sabato scorso anche per Lehman Brothers); questo fenomeno è intercettabile da questo modello di valutazione del rating implicito e quindi permette chi lo utilizza di poter identificare i rischi con largo anticipo rispetto agli altri.

Trasformare le probabilità di default in un rating, una volta calcolato, è relativamente facile, poiché basta associare una tabella con valore esponenziali come quella qui sotto:

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Il problema enorme però per una società come la nostra, che ci ha portato a stringere una partnershio con Moody's Analytics è proprio tale tabella di conversione, poiché stimare le probabilità di default è semplice, ma avere dati sufficienti per poter valutare tali indicazioni nel passato a quanti fallimenti reali avrebbero portato, o meglio fare una validazione del modello di stima delle probabilità è tutt'altro che semplice, direi impossibile per chi non dispone di un database dei fallimenti delle società degli ultimi 100 anni come possiede Moody's.

Comunque la parte affascinante è che una volta trovata la probabilità di default, posso stimare anche quale dovrebbe essere il prezzo corretto dell'obbligazione affinché paghi il giusto prezzo per il rischio che ci si assume ad acquistarla.

E questa è la parte affascinante di questo modello, che è una prerogativa di DIAMAN e del modello iRating presente sul Bond Selector, ovvero stimare il Fair Value Price, o meglio il prezzo corretto di un'obbligazione per evitare di acquistare bond che non paghino correttamente i rischi assunti; tale modello a mio avviso diventerà importantissimo nei prossimi mesi e anni perché inevitabilmente si assisterà ad un allargamento degli spread e dei rischi, e comprare i titolo sbagliato potrebbe portare a perdite anche se temporanee non molto gradite.

Tutto quanto ho scritto potete testarlo gratuitamente scaricando la app per iPad chiamata Bond Selector che trovate sull'appstore o sul sito www.iscoring.it 

Vi invito come al solito a condividere con chi ritenete possa essere interessato a tali argomenti il nostro blog, perché sono convinto che insieme possiamo veramente migliorare il mondo del risparmio gestito.

DB