“La Modern Portfolio Theory" è stata realizzata da Markowitz nel 1952 e senza annoiare troppo il lettore sulla sua struttura matematica, ha permesso di sviluppare teorie e modelli successivi per cercare di trovare un portafoglio ottimale.
Il primo grosso problema di questo modello proposto da Markowitz è che ottimizza i dati passati (ex post) ma nulla o quasi è in grado di dire sul futuro di quel portafoglio, in quanto le caratteristiche sia di rendimento che di rischio variano continuamente nel tempo.
Questa critica ha portato alla creazione di modelli successivi tipo Black and Litterman (1990), cono di Ibbotson ecc..., tutti modelli con un grosso difetto di partenza: sono basati sulla media e sulla varianza, ovvero ipotizzano che i mercati abbiano una distribuzione lineare.
Questo dettaglio, che a chi non è statistico può non dire nulla, in realtà produce un paradosso che anche il mondo accademico fatica ad accettare e a divulgare: la normale dei rendimenti significa che i mercati sono casuali, ma se i mercati sono casuali, tutti gli sforzi di ottimizzare un portafoglio basandosi sui rendimenti attesi (che sono stati ottenuti casualmente in passato e lo saranno ancora di più in futuro), sulla varianza (che non è una costante e quindi deve variare casualmente anch'essa), e soprattutto sulle correlazioni sono inutili[…]”
Estratto di: Daniele Bernardi & Andrea Gamberoni. “EXANTE.” Diaman Sim, 2013. iBooks.
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