Un mese fa ho parlato dell’approccio Return Parity™ nel post Return Parity™ Approach
Per chi non ha voglia di leggerlo spiego velocemente la logica:
Invece di cercare di mantenere costante il rischio di portafoglio, pratica diffusa con logiche di Risk Parity, che hanno l’indiscusso pregio di mantenere il rischio scelto dal cliente costante nel tempo (che sostanzialmente viene in contro alle richieste della normativa MiFID), una strategia Return Parity™ ha lo scopo di cercare di mantenere più costante possibile nel tempo i rendimenti attesi che il cliente si aspetta di ottenere.
COME OTTENERE RENDIMENTI ELEVATI
Chi ha esperienza di mercati finanziari, è consapevole della difficoltà di ottenere un rendimento con costanza, e che tale difficoltà cresce più che proporzionalmente in base ai rendimenti attesi.
La frontiera efficiente insegna che oltre un certo rendimento si ottiene solo più rischio perché la curvatura diventa praticamente piatta, per cui se si vogliono ottenere dei rendimenti più elevati è necessario utilizzare una leva superiore ad 1 (ovvero una esposizione ai mercati superiore al 100%) ma questo comporta un effetto molto pericoloso come spiegato sui post Il crollo di un mito e Si leva o non si leva?
LA STRATEGIA RETURN PARITY
Un’altra strategia che punta ad un rendimento RETURN PARITY™ nel tempo (o almeno più stabile possibile compatibilmente con i mercati finanziari) è la strategia Target Return.
La logica della Target Return, che utilizziamo in diverse linee di gestione e anche sul fondo Target Strategy di DIAMAN Sicav è quella di ottenere dei rendimenti mensili più costanti possibili e ottimizzare il portafoglio con quelli strumenti che minimizzano nel recente passato gli scostamenti rispetto a tale linea teorica di rendimento costante.
I RENDIMENTI PASSATI NON SONO GARANZIA DI RENDIMENTI FUTURI
Ovviamente se voglio fare un rendimento del 3% all’anno al netto dei costi è più facile e stabile di ottenere il 5% o addirittura il 7%, perché sarà necessaria una componente minore dei vari asset selezionati per ottenere un rendimento “quasi” modesto.
Scrivo quasi modesto perché fino a poco tempo fa ottenere il rendimento del 3% era facile e ci riuscivano quasi tutti, poiché il rendimento delle obbligazioni, con i tassi in continua discesa, già permettevano di ottenere tali rendimenti senza grossi problemi.
I RENDIMENTI PASSATI SONO QUASI GARANZIA DI NON RENDIMENTI FUTURI
Da oggi in poi però, con BUND ai massimi (tralasciando il ribasso dell’ultimo periodo) e con rendimenti negativi in molti paesi per durate anche più lunghe di due anni, con rischi inflazionistici sempre dietro l’angolo, con forti pressioni per il rialzo dei tassi di interesse, con la probabile fine delle ondate di liquidità iniettata dalle banche centrali, tali rendimenti saranno difficili da ottenere, quasi impossibile, se non con rischi molto elevati, da ottenere con un’asset class obbligazionaria plain vanilla (ciò semplice negli strumenti).
STRATEGIE ALTERNATIVE
Certo, chi utilizzerà CDS (credit Default Swap), ovvero derivati di copertura del rischio tassi o spread, con accuratezza potrà limitare i danni o forse ottenere rendimenti positivi; chi utilizzerà la duration come asset class (come facciamo sul Quant Bond e sul Dynamic Income di DIAMAN Sicav) potendo andare long e short potrà forse beneficiare del trend ribassista del BUND, del BTP e del T-Note, ma di sicuro estrarre ulteriore rendimenti dai mercati obbligazionari sarà difficile per tutti.
Lo testimonia, anche se probabilmente è una semplice correzione, il rintracciamento di un fondo straordinario come lo Stable Return di Nordea; credetemi, l’asset class obbligazionaria è meglio scordarsela per qualche anno.
ALTERNATIVE
Per questo abbiamo reso il Dynamic Income un fondo multistrategy, ma di questo parleremo in altre occasioni, perché oggi vorrei parlare del Target Strategy, un comparto che ha l’obbiettivo di ottenere il 5% di media annua con la logica Target.
Non voglio annoiarvi con la metodologia tecnica, per chi desidera approfondire c’è il paper (che è stato pubblicato sul Jornal of accounting and finance nel 2015) scaricabile qui ovvero il post Target Strategy 5% - da oggi è realtà che spiega nel dettaglio l’operatività.
ANDAMENTO REALE
Il primo anno di vita il fondo Target ha restituito un rendimento più che doppio rispetto al target di rendimento, tanto che molti ci hanno detto che stavamo rischiando più del dovuto, visto che da giugno 2014, quando è nato a marzo 2015 aveva fatto il 10% di rendimento, ma in realtà stava facendo il suo lavoro, perché noi che conosciamo il modello sappiamo che ci sono periodi di vacche grasse e periodi di vacche magre, e quindi bisogna incassare nei periodi buoni e ridurre i danni nei periodi negativi, per ottenere al termine dei cinque anni che ci siamo dati come orizzonte temporale il rendimento atteso dichiarato.
ORIZZONTE TEMPORALE
Senza avere un modello quantitativo, per essere quasi certi di dare il 5% di media annua avremmo dovuto dichiarare un orizzonte temporale di 10 anni, ma saremmo stati poco attrattivi, visto che ormai nemmeno i fondi pensione ragionano con orizzonti temporali così lunghi, quindi abbiamo lavorato per poter ragionevolmente dare un rendimento stabile in un orizzonte temporale di cinque anni.
ANALISI SUPERFICIALE
Ora dopo due anni e mezzo, di cui 9 mesi di vacche grasse e 19 di vacche magre, il fondo viaggia tra 101 e 103, quindi potrebbe sembrare un rendimento scadente e che il fondo non stia rispettando il mandato per cui è stato creato.
Permettetemi, da creatore della strategia, insieme all’amico Prof. Bertelli, di spiegare perché il fondo mantiene intatte le sue caratteristiche statistiche e che nei confronti di tanti altri fondi che hanno un benchmark Euribor Plus alla fine non sta sfigurando.
ANALISI DI UNA STRATEGIA DI SUCCESSO
Partiamo dalla logica di distribuzione dei rendimenti: dal paper Return Parity™ Approach ho estratto i rendimenti ottenuti dal back test della strategia Long/short sugli indici che aveva obbiettivo di ottenere il 5% di media annua (ed in effetti nel back test almeno gli ha ottenuti).
Dal grafico si vede chiaramente che ci sono periodi di tre anni un cui un strategia che nel tempo comunque ritorna il 5% di media annua, può avere rendimenti negativi, altrimenti non esisterebbe una distribuzione, non ci sarebbe volatilità, e il cliente potrebbe investire in una bella linea sempre crescente, e forse il sottoscritto si prenderebbe 150 anni di carcere...
ANALISI DI UNA SIMULAZIONE CASUALE
Per rendere ancora meglio l’idea, visto che due settimane fa ho scritto un post che è piaciuto molto sulle simulazioni Montecarlo (per chi non lo avesse letto Come creare una simulazione Montecarlo in Excel), la distribuzione dei rendimenti di una strategia a cinque anni che dovrebbe rendere il 5% di media, con una deviazione standard del 7% (in realtà il nostro fondo ha una volatilità del 6,5% in questi due anni) potrebbe in casi rari anche portare ad un rendimento finale negativo, pur mantenendo le caratteristiche di expected return del 5%.
CONFRONTO CON ALTRI FONDI SIMILI
Ciò non vuol dire che il Target Return sarà giustificato se alla fine dei cinque anni avrà ottenuto un rendimento negativo, sarebbe un insuccesso clamoroso che potrebbe succedere solo in caso di “cigno nero” (come dal resto la simulazione Montecarlo dimostra che si tratta di casi estremi).
Ma la cosa che rinfranca è stata l’analisi effettuata sul peer group di riferimento del Target strategy.
Abbiamo analizzato il rendimento del fondo in varie finestre temporali in confronto con molti altri fondi di società anche molto più prestigiose di noi, ottenendo comunque una posizione sempre nel primo o secondo quartile del paniere.
Questo significa che comunque la strategia non ha sfigurato e che molto dei risultati non all’altezza delle aspettative è dovuto alle condizioni del mercato, condizioni che se cambieranno (come ritengo probabile) permetteranno al fondo di esprimere le proprie potenzialità.
PROSPETTIVE FUTURE
Considerando che il fondo può comprare ETF sia long che short, l’importante è che i mercati offrano trend più chiari e definiti, poiché in questo periodo i bond si sono appiattiti, gli indici azionari nei migliori casi si sono posizionati in fase laterale, le commodities non sempre hanno offerto trend chiari (anche se con petrolio, zucchero e maialini da latte ci siamo tolti delle belle soddisfazioni…).
Unica preoccupazione sono i costi fissi del fondo che in caso di deflussi per investitori non soddisfatti potrebbero aumentare e rendere più arduo ottenere i rendimenti attesi, ma io spero che molti investitori, leggendo, o meglio, studiando questo post e quelli relativi alla strategia, comprendano che oggi comprare il comparto Target Strategy rappresenta una forte opportunità, e sono pronto a scommettere con chiunque di voi che a tre anni da oggi saranno veramente pochi i fondi obbligazionari che riusciranno a battere la nostra strategia.
COME ACQUISTARE TALE STRATEGIA
Per chi non riesce a comprare il fondo in collocamento ricordo che c’è sempre l’opzione della Borsa Italiana che ha una classe con commissioni ridotte rispetto alla Retail…
Sono ovviamente a disposizione per chiarimenti o delucidazioni ulteriori,
Come sempre condividete se ritenete utili per i vostri amici tali post
DB