Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito
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Return Parity™ Approach
A fine luglio ho avuto il piacere di presentare il paper "Return Parity™ Approach" al World Finance Conference di New York.
Mentre tutta l'industria si focalizza sul controllo del rischio (anche noi onestamente), per dare portafogli adeguati alla propensione al rischio del cliente, in realtà il cliente vuole un risultato, è abituato ad un risultato, è abituato ad avere un rendimento che venti anni fa era attorno al 20% annuo comprando un semplice BOT, poi gradualmente è diminuito fino a scomparite.
Ma la gran parte degli investitori quando entra in banca chiede: "ma che rendimento ti me dà?" detta in veneziano.
Con gli avvenimenti degli ultimi anni gli investitori si sono resi conto che ad ogni rendimento, anche minimo è associato un rischio e forse, dico forse, che ottenere rendimenti elevati comporta non solo rischi più elevati, ma anche un'incertezza (la deviazione standard) di raggiungere l'obbiettivo più elevata.
Con coraggio e incoscienza, oltre due anni fa abbiamo lanciato un fondo chiamato Target Strategy che deliberatamente ha l'obbiettivo di dare un rendimento del 5% medio annuo nell'arco di cinque anni.
Dopo una partenza scintillante, l'anno scorso ha sofferto e quast'anno oscilla tra 0 e 2% YTD (dall'inizio dell'anno); E' un fallimento?
NO. certamente no, ovviamente ottenere dei rendimenti costanti non è facile, soprattutto in un'epoca del rendimenti negativi, ma non dimentichiamo che abbiamo indicato anche nel prospetto il 5% all'anno in un arco temporale minimo di 5 anni, perché ci sono sempre periodi favorevoli per fare rendimento e periodi negativi per fare rendimento, e il compito di questi strumenti è di parare i colpi in queste fasi e guadagnare nelle fasi positive.
Spero che gli investitori che ci hanno dato fiducia comprendano questa logica e mantengano l'investimento per i cinque anni minimi, in modo da dimostrare che questa metodologia funziona e porta a risultati interessanti anche nei prossimi anni dove i rendimenti negativi dei bond faranno molte vittime.
Ma oggi vorrei parlarvi del nuovo approccio, il Return Parity Approach appunto, perché la sfida dell'industria del risparmio gestito, se vuole sopravvivere agli ETF e ai Robo Advisor, è necessariamente quella di dimostrare di dare dei rendimenti più stabili e coerenti con gli obbiettivi di rendimento degli investitori.
E' molto difficile? certo
E' molto rischioso? per chi lo fa come noi si, perché se non si ottengono gli obbiettivi gli investitori se ne vanno, e in un periodo dove l'orizzonte temporale per valutare se un gestore è bravo o meno è forse di qualche mese è ancora più difficile.
Ma non vogliamo provarci lo stesso, nella speranza che gli investitori comprendano bene queste logiche e che ci diano fiducia, non solo per qualche mese, ma per il tempo necessario di passare un ciclo economico completo, sia al ribasso, sia laterale che al rialzo.
La scorsa settimana con il post Si leva o non si leva? ho introdotto il concetto che ottenere dei rendimenti maggiori utilizzando la leva si può, ma con molti limiti derivanti dalla tipologia di investimento sottostante.
Se invece che un fondo bilanciato, prendessimo il MSCI World, questo effetto sarebbe ancora più rilevante:
All'aumentare della leva aumenta anche il Drawdown, e di conseguenza il recupero diventa sempre più difficile; addirittura con leva 4 dopo 14 anni si ottiene un rendimento negativo, come evidente anche dal grafico qui sotto
Quindi la prima cosa da fare è ridurre il Drawdown altrimenti l'utilizzo della leva per puntare a rendimenti interessanti è molto rischioso.
L'utilizzo del DIAMAN Ratio, descritto nel post Introduzione al DIAMAN Ratio, Fare Momentum con il DIAMAN Ratio e soprattutto Strategia di TIMING con il DIAMAN Ratio, come metodologia per entrare ed uscire dai mercati finanziari permette di ridurre i Drawdown.
Scorporando il MSCI World in quattro sotto indici, giusto per creare un minimo di diversificazione, facendo Timing con il DIAMAN ratio, che significa che ogni mese si verifica se il DR è positivo, si investe per il mese successivo, se il DR è negativo si lascia l'investimento il cash (a rendimento zero per semplicità), si ottendono delle serie storiche come sopra.
Se poi si aggregano queste serie storiche con il pesi tipici del MSCI World, e si prova a fare anche una strategia Long/Short dove quando il rendimento è negativo si vende l'indice il risultato è il seguente:
Quindi, se confronto tre investitori diversi, il primo che investe nel MSCI World (investitore 19, uno che utilizza il DIAMAN Ratio per fare timing 0/100 (investitore 2) euno che invece usa il DR per fare timing -100/100 (investitore 3) ottengo tre serie storiche con caratteristiche molto diverse tra loro.
Come si può vedere nella tabella i DrawDown si riducono notevolmente, lo stesso la volatilità, e l'Ulcer Index (per chi non sapesse così invito a leggere il post Ulcer Index - questo sconosciuto), mentre tutti gli indicatori di efficienza: Martin Ratio (Peter Martin: genio incompreso o sconosciuto?), lo Sharpe Ratio e il DIAMAN Ratio migliorano notevolmente, segno che utilizzare una strategia di Timing al di la del rendimento, permette di migliorare il profilo rischio rendimento.
A questo punto posso ipotizzare di utilizzare il Return Parity Approach per andare in cerca (ex post ovviamente) di quale esposizione al singolo investimento mi permette di ottenere ragionevolmente il rendimento medio atteso che l'investitore desidera:
Non prendete paura della formula, quello che esprime è semplicemente il peso del singolo asset in portafoglio affinchè tale asset dia un rendimento medio di lungo periodo del rendimento atteso.
In altre parole, se un indice azionario sta rendendo nel breve termine il 20% annualizzato, e il mio obbiettivo è di fare il 10% medio annuo, l'esposizione a tale indice sarà pari al 50% del peso che io gli avevo dedicato nel portafoglio.
Questo modello di Return Parity ovviamente permette di ottenere rendimenti attesi minori dei rendimenti che i mercati sono capaci di ottenere nel lungo periodo, visto che al massimo sono investito al 100%, in alcuni periodi sono investito allo 0% e in molte occasioni sono investito in modo inversamente proporzionale ai rendimenti che sto ottenendo.
Se voglio ottenere dei rendimenti superiori a quelli che il mercato azionario offre, allora devo utilizzare la leva. Già, ma che gradazione di leva devo scegliere di utilizzare?
In base al rendimento che voglio ottenere devo utilizzare una leva crescente, è interessante notare che il rendimento cresce proporzionalmente alla leva utilizzata, segno che la riduzione dei Drawdown e della volatilità complessiva permette di modulare meglio i rendimenti attesi.
Ancora meglio nel caso di utilizzo di una strategia Long/Short dove i rendimenti attesi di partenza sono già più alti.
In questo caso, per ottenere rendimenti bassi come il 3% per esempio, basta una leva dello 0,7, ovvero investire solo il 70% del portafoglio in questa strategia e il resto in liquidità.
Interessante notare che con una tale metodologia, per ottenere il 10% basta una leva del 1,3, ovvero investire il 130% del proprio patrimonio.
Da rilevare che questi risultati sono stati ottenuti con il 2% di costi annui e 10bps per le azioni di compravendita dei future (o degli ETF).
Per ultimo ho provato anche a descrivere con una distribuzione dei rendimenti a tre anni la differenza tra il MSCI World e la strategia Return Parity con leva 1,3.
Si perdono dei trienni di alto rendimento, certo, ma si evitano molti trienni di forti perdite.
Per rafforzare il concetto iniziale relativo alla Target Strategy, per ottenere rendimenti medi annui del 10%, devo accettare che che in certi trienni posso perdere il 4% medio annuo, senza che questo infici la validità della strategia.
Il post di questa settimana è particolarmente lungo, ma questo approccio merita un poco del vostro tempo.
D'altronde, non è facile stimare il rendimento atteso di un portafoglio, e visto che è molto facile sbagliare a causa della volatilità, nessuno si espone a fornire ai poveri investitori un rendimento atteso del portafoglio proposto, con il Return Parity Approach se ne può fornire uno concreto e stimato con un processo quantitativo e non con la solita "spannometrica".
Chi è arrivato fino a qui, è invitato a lasciare un commento con il proprio indirizzo mail, così gli giro il paper integrale e la presentazione in PDF che ho fatto a NYC.
Come sempre se trovate questi contenuti interessanti, vi invito a condividerli con chi conoscete.
DB
Commenti
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Sabato, 29 Ottobre 2016
Caro Luca, se legge i miei vecchi post magari la possono aiutare a comprendere meglio... le certezze non ci sono sui mercati finanziari, ma ridurre le incertezze si può (e si deve) con un buon processo di investimento, l'alternativa è investire a caso sperando di aver fortuna
DB -
Giovedì, 13 Ottobre 2016
Bellissimo post..la leva la uso anche io con gli etf.
· a Daniele Bernardi piace questo commento. -
Sabato, 29 Ottobre 2016
Spedito questa sera, se può venire a Milano all'ultima tappa del 2016 dell'Investors' tour ci conosciamo di persona www.investors-mag.it
Sempre più convinto a voler capire... purtroppo i miei deficit continuano a limitare la mia comprensione a comprendere come un'analisi quantistica dei rendimenti\risultati avuti in passato possa dare certezze future.