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Nel blog di Diaman opinioni a confronto sui temi della finanza nazionale ed internazionale.

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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Continuando il percorso degli indicatori deterministici non basati sulla logica di media e varianza, oggi esaminiamo il fantomatico “max drawdown” ovvero la perdita massima che uno strumento finanziario, qualunque esso sia ha subito in precedenza.

Partiamo da come si calcola, che è semplice ma è opportuno comprendere bene, supponiamo che al tempo t1 il valore di un fondo sia 100, al tempo t2 il valore è 105, al tempo t3 il valore torna a 101, il drawdown è pari al 4%, ovvero è la differenza tra il valore massimo della serie storica e il valore minimo successivo al massimo.

Chiaramente se poi la serie storica cala ancora a 90, il max drawdown sarà quasi del 15%.

PERCHE' E' IMPORTANTE?

Perché evidenzia la perdita massima che un determinato strumento finanziario, sia esso un fondo, un titolo azionario, una crypto valuta o uno strumento monetario ha subito nel corso del tempo.

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L’essere umano è molto particolare, è convinto di fare sempre il giusto e non sbagliare mai, (poi davanti ad un errore si è sempre tentati a dare la colpa a qualcun altro o qualcos’altro non dipendente da noi, ma è un altro discorso).

Però davanti ad una scritta del tipo “il fumo uccide”, le persone comprano come nulla fosse le sigarette e se le fumano beatamente senza preoccuparsi della loro salute e del loro futuro.

OGNUNO IL PROPRIO MESTIERE

Non biasimo i tabaccai per il fatto che loro vendono sigarette che nuocciono alla salute, e non posso nemmeno pretendere che gli stessi forniscano degli approfondimenti tecnici sul perché il fumo distrugge i polmoni nel tempo e aumenta drasticamente la probabilità di contrarre un tumore agli stessi precocemente; perché se lo facessero, probabilmente le persone non entrerebbero più in tabaccheria e loro dovrebbero chiudere l’attività.

MA LE BANCHE?

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Recente commento in questo post - Mostra tutti i commenti
  • Fabrizio Monge
    Fabrizio Monge dice #
    Da stampare e distribuire in migliaia di copie, grande Daniele
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

La scorsa settimana abbiamo visto con il post Come stimare la perdita attesa futura che il Drawdown di strumenti finanziari diversi può aiutare a creare portafogli ottimizzati con un indicatore di rischio più attinente alla percezione dell'investitore riguardo ai rischi che corre.

Secondo l'autore del paper Expected Drawdown Management, il Co-Drawdown è più stabile della correlazione come indicatore di diversificazione tra attività finanziarie, quindi i portafogli sono più robusti e più efficienti.

Ma a questo punto era doveroso per me riprendere un concetto che ha fatto la fortuna del software exAnte di Diaman Tech, ovvero l'utilizzo del drawdown per stimare i rendimenti attesi futuri.

E' intuitivo che a marzo del 2009, dopo che i mercati finanziari avevano perso il 50%, le probabilità di perdita ulteriore erano nettamente inferiori alle probabilità di guadagno, ma questo comunque con i modelli di statistica tradizionale non si riesce ad evincere.

Per capirci, se stimo il cono di Ibbotson, in due periodi differenti, per esempio marzo 2007 e marzo 2009, avrò sempre lo stesso cono dei rendimenti attesi futuri, anzi se tenete conto della volatilità, probabilmente il cono di marzo 2009 dava più probabilità di perdita che marzo 2007, perché avendo una varianza maggiore il cono veniva più largo (ma sempre simmetrico lungo la media).

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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Immaginare quale perdita massima attesa aspettarci da un portafoglio di investimento fino a poco tempo fa era impossibile.

Certo, si poteva usare la solita unità di misura "spannometrica" per cui all'aumentare della volatilità aumenta anche il drawdown, ma chi conosce i mercati finanziari sa che il rapporto tra volatilità e drawdown non è assolutamente lineare, dipende da tanti fattori, ma soprattutto dai modelli matematici di calcolo di questi indicatori.

La volatilità non è in grado di comprendere se un rendimento è positivo o negativo, quindi posso avere alta volatilità e alti rendimenti con basso drawdown, ne sono esempi fondi Hedge come Winton Capital Fund che negli anni hanno saputo restituire ai loro investitori alti rendimenti con alta volatilità, anche con dei mesi fortemente negativi, ma difficilmente consequenziali e quindi con drawdown massimi inferiori ai mercati azionari.

Da oggi, grazie ai modelli matematici in grado di calcolare il Co-Drawdown e il Conditional Co-Drawdown è possibile stimare la perdita attesa di un portafoglio di investimento in base ai pesi assegnati ai vari strumenti finanziari che compongono il portafoglio.

Per comprendere al meglio questo post vi consiglio (per chi non lo avesse fatto) di leggere gli ultimi due post propedeutici a questo: Ma quale rischio e rischio e Co, Co, Cos'è il Co-Drawdown?.

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Commenti recenti - Mostra tutti i commenti
  • Gianluca
    Gianluca dice #
    Gentile Bernardi, leggo con piacere che state ragionando come implementare nel software ex-ante questa nuova metodologia. Le chied
  • Gurrieri Francesco
    Gurrieri Francesco dice #
    Grazie, ecco l'indirizzo: frangurrieri@yahoo.it Grazie ancora per la disponibilità. Cordialmente, Francesco Gurrieri.
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Francesco, mi scirva l'indirizzo mail su un nuovo commento, non lo pubblico ma così posso girarle il paper in PDF, saluti DB
Visite: 5270 8 Commenti - Inserisci il tuo

Visto il successo del post Il crollo di un mito della settimana scorsa, ho pensato di iniziare un percorso, con i lettori che vorranno seguirmi, che porterà a comprendere bene i concetti di rischio, rendimento, leva finanziaria e come fare a stimare rendimenti e perdite attesi.

Ho già parlato spesso di rischio (vedasi per esempio i post: Oggi parliamo di Deviazione Standard da un punto di vista "non standard"Deviazione Standard, Volatilità e VIX e considerazioni sul Drawdown) ma mi sono convinto che una bella serie di post di approfondimento e chiarimento siano opportuni visto le recenti ricerche che ho compiuto e che mi hanno portato a conoscere dei modelli in grado di stimare il drawdown atteso, concetto molto interessante ma che necessita di una adeguata preparazione e un ragionamento che permetta di comprendere bene questi modelli (che proprio facili in termini matematici non sono).

Esistono diverse definizioni di rischio: mi è sembrato che il sondaggio evidenziato dall'amico Fulvio Marchese di frontiera efficiente, riassunto in questa tabella, sia esplicativo:

Quale indicatore statistico bisogna utilizzare per definire il primo rischio in termini di importanza per i clienti?

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