La finanza quantitativa, la nuova frontiera del mondo degli investimenti

 

Da FundsPeople il 29/02/2016
“La finanza quantitativa è molto più importante nel mondo dell’asset management di quanto molti cercano di nascondere”. Esordisce così Daniele Bernardi, amministratore unico di Diaman SCF incontrato durante l’undicesima edizione del Quant a Venezia. “Banalmente quando uno fa un indice di Sharpe, già sta usando un valore quantitativo. Tutti i gestori nel bene e nel male hanno una parte quantitativa, quantomeno nella stima e nella valutazione delle scelte che fanno e nell'analisi dei risultati che portano. Quantitativo significa avere dei processi di investimento ben strutturati e scrupolosi, significa affidarsi a delle regole, dei meccanismi, dei modelli di controllo del rischio per ottenere i risultati sperati". E continua: "a Londra se non hai una metodologia quantitativa alla base non ti ascoltano nemmeno. L’idea del bravo gestore è stata superata dal vantaggio oggettivo che il processo di investimento quantitativo può dare”.

"In Italia siamo un po’ indietro, anche se noi siamo stati i pionieri 11 anni fa, quando nel 2002 parlando a pranzo è venuta fuori l’idea di fare una conferenza che non dicesse soltanto quello che facciamo noi ma che permettesse di parlare a tutti quelli del settore che hanno qualcosa da dire”. Bernardi, progettista dell’Aprilia durante sette anni, ha dato il salto al mondo della finanza grazie a suo padre, consulente finanziario. “Avendo studiato ingegneria e non avendo basi economiche, ho potuto valutare i mercati finanziari con gli occhi di chi pensa che sia meglio studiare le caratteristiche del mercato piuttosto che studiare le caratteristiche delle aziende che lo compongono, che è un po’ l’approccio dei grandi quantitativi degli Stati Uniti, come Jim Simons, che è un fisico nucleare.

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