Nel 2002, quando tra i primi in Italia ho introdotto una linea di gestione patrimoniale con il TIMING come caratteristica principale questa terminologia non esisteva e la parola TIMING oltre a non essere compresa veniva denigrata al massimo da quasi tutti gli operatori finanziari.
Per chi si ricorda quei tempi, venivamo da circa 20 anni di mercati (soprattutto quelli americani) di crescita quasi incondizionata, qualche piccola scossa come nel 1987 e nel 1998 ma complessivamente il 2001 era stato il vero primo anno negativo pesante, quindi per gli operatori fare timing non aveva senso.
All'epoca i modelli di markowitz o i nuovissimi Black e Littermann funzionavano molto bene, perché le correlazioni erano stabili, i rendimenti abbastanza costanti, quindi il premio per il rischio era ben quantificabile e pagava bene, tanto da indurre molte persone ad aumentare la loro propensione al rischio perché tanto veniva ben remunerato; ovviamente funzionavano bene guardando indietro, da quegli anni in poi in avanti sono stati un disastro...
Io lottavo contro i mulini a vento, perché tutti mi dicevano che il timing non funzionava, che si nel breve poteva andare bene ma che non portava valore nel lungo termine, che i mercati erano casuali, che i rendimenti erano inferiori e bla bla bla.
Nessuno mai parlava di riduzione del rischio, riduzione del drawdown, riduzione di volatilità (intesa correttamente come incertezza e non rischio).
Eppure per me era chiaro, utilizzare il TIMING aveva come primo beneficio per l'investitore cliente la riduzione del drawdown, ovvero della perdita massima, e quindi di conseguenza della riduzione delle energie necessarie per recuperare le perdite pregresse, perché se perdo il 33% del capitale, dovrò fare oltre il 50% di rendimento per recuperare tale perdita e questo un poco alla volta è diventato chiaro a tutti.
Oggi dodici anni dopo, le gestioni o i fondi di fondi che utilizzano questa metodologia si sono moltiplicate, tutti hanno i loro modelli più o meno quantitativi per fare la strategia RISK ON - RISK OFF, ovvero si investe o meno su un asset rischioso, e così allora va bene, perché non si parla più di TIMING, ma di rischio, che vale la pena correre oppure no, che è la stessa identica metodologia che usavo io già dodici anni fa.
Comunque va bene, perché io sono dell'idea che in finanza ci sia spazio per tutti, e che in primis sia importante che gli investitori compiano le scelte corrette, senza farsi prendere dall'emotività che porta sempre a sbagliare negli investimenti.
Ops, quasi dimenticavo, il grafico di apertura è il nostro comparto TREND FOLLOWER di DIAMAN Sicav, un comparto che seleziona i migliori fondi azionari al mondo e poi fa RISK ON - RISK OFF (Timing è ormai obsoleto) con discrete percentuali di successo.
Se oggi siete insicuri sul futuro dei mercati azionari, comprate questo fondo, non vi pentirete...
Buon week end a tutti
DB