Finanza quantitativa: quell'idea "eretica" diventata un must

Da FundsPeople il 03/03/2017

È l’evento di spicco nel panorama della finanza dedicato all'asset management e alla ricerca. E soprattutto, come dice anche il nome, Quant, della finanza quantitativa.

A Venezia sono riuniti gestori e professionisti del settore per conoscere le ultime strategie e ricerche presentate da speaker di fama internazionale. E Diaman SCF, come sempre, dà loro il benvenuto.

“Pensare che quindici anni fa, quando abbiamo cominciato, ci consideravano degli eretici”, scherza Daniele Bernardi, amministratore della società di consulenza indipendente, da lui fondata nel 2002, che grazie al suo laboratorio di ricerca punta a trovare metodologie quantitative che riducano l’emotività nelle scelte di investimento ed i conseguenti errori per migliorare i risultati ed aumentare le soddisfazioni. Leggi l'articolo completo QUI

 

QUANT 2017

 Da FundsPeople il 20/01/2017

Il Quantitative & asset management workshop è l'evento internazionale organizzato da Diaman SCFe dedicato alla finanza quantitativa e all'asset management che ogni anno richiama a Venezia gestori e professionisti dal mondo della finanza per conoscere le ultime strategie e ricerche presentate da speaker di fama internazionale.

La dodicesima edizione del QUANT si terrà il 2 e 3 marzo prossimi e vedrà la partecipazione di molti professionisti e personalità di spicco del settore tra cui: Andrew Kumiega dall'IIT, Paolo Tasca (Centre for Blockchain Technologies), Anna Calamia (University of Cambridge), Peter Scholz (Hamburg School of Business Administration) e Zura Kakushadze (Free University of Tbilisi).

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La finanza quantitativa, la nuova frontiera del mondo degli investimenti

 

Da FundsPeople il 29/02/2016
“La finanza quantitativa è molto più importante nel mondo dell’asset management di quanto molti cercano di nascondere”. Esordisce così Daniele Bernardi, amministratore unico di Diaman SCF incontrato durante l’undicesima edizione del Quant a Venezia. “Banalmente quando uno fa un indice di Sharpe, già sta usando un valore quantitativo. Tutti i gestori nel bene e nel male hanno una parte quantitativa, quantomeno nella stima e nella valutazione delle scelte che fanno e nell'analisi dei risultati che portano. Quantitativo significa avere dei processi di investimento ben strutturati e scrupolosi, significa affidarsi a delle regole, dei meccanismi, dei modelli di controllo del rischio per ottenere i risultati sperati". E continua: "a Londra se non hai una metodologia quantitativa alla base non ti ascoltano nemmeno. L’idea del bravo gestore è stata superata dal vantaggio oggettivo che il processo di investimento quantitativo può dare”.

"In Italia siamo un po’ indietro, anche se noi siamo stati i pionieri 11 anni fa, quando nel 2002 parlando a pranzo è venuta fuori l’idea di fare una conferenza che non dicesse soltanto quello che facciamo noi ma che permettesse di parlare a tutti quelli del settore che hanno qualcosa da dire”. Bernardi, progettista dell’Aprilia durante sette anni, ha dato il salto al mondo della finanza grazie a suo padre, consulente finanziario. “Avendo studiato ingegneria e non avendo basi economiche, ho potuto valutare i mercati finanziari con gli occhi di chi pensa che sia meglio studiare le caratteristiche del mercato piuttosto che studiare le caratteristiche delle aziende che lo compongono, che è un po’ l’approccio dei grandi quantitativi degli Stati Uniti, come Jim Simons, che è un fisico nucleare.

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Un nuovo e più realistico concetto di drawdown

 

Articolo uscito su FundsPeople il 06/09/2016 Quest’estate in uno dei miei viaggi a Londra ho avuto il piacere di visitare una società di gestione, Agenda Invest, guidata dall’amico Michele Marcello, il cui CIO  è un interessante cinese di nome Chi Keong Lee. Il paper da lui pubblicato nel Jornal of Wealth Management, si chiama Expected Drawdown Management: an ex-ante, long term approach to portfolio costruction (Gestione della perdita attesa: un approccio a priori per la costruzione di portafoglio di lungo termine). Il paper spiega come non sia sufficiente descrivere una serie storica con una distribuzione (per di più normale) dei rendimenti, perché esiste un fenomeno nelle serie storiche finanziarie di auto-correlazione per cui ad un rendimento negativo ne può seguire un altro ed un altro ancora, creando i trend che sono ben evidenti nei mercati finanziari, ma soprattutto creando delle perdite che se rilevanti possono incidere significativamente sui risultati futuri dell’investimento. Leggi tutto l'articolo su FundsPeople clicca qui