Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

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Diversificare? ovvio, ma qual'è il numero giusto?

La creazione di un portafoglio di investimento richiede diversi passaggi per poter essere formalizzato in tutti i suoi aspetti.

Uno degli aspetti principali di qualsiasi portafoglio di investimento è la diversificazione, senza diversificazione non si può parlare di investimento ma di speculazione, che ovviamente può portare a rendimenti migliori, ma anche a notevolmente peggiori.

Anni fa in DIAMAN abbiamo fatto migliaia di simulazioni per comprendere quanto doveva essere diversificato un portafoglio di investimento in fondi comuni per essere efficiente.

Ammesso e non concesso che si possieda un buon sistema di selezione dei fondi, qual’è il numero corretto di fondi da inserire in portafoglio per aspettarsi una buna efficienza, ovvero una buona relazione tra rendimento atteso e volatilità da sopportare?

 

Se ho un fondo solo nel caso che abbia la fortuna di prendere ex-ante il migliore, otterrò il migliore rendimento con la volatilità del fondo stesso, ma ovviamente se dovesse andare male mi prenderò tutto il drawdown del fondo stesso, senza alcuna diluizione.

Se prendo 100 fondi, otterrò sempre quello che fa la media dei fondi, perché il numero è talmente elevato da diluire completamente sia i fondi eccellenti che i fondi pessimi.

Quindi qual’è il numero giusto di fondi da inserire in portafoglio?

Dai nostri studi, se possiedi una buona capacità di selezione il numero giusto è tra 8 e 12, se possiedi una scarsa capacità selettiva, o meglio stai selezionando a caso, allora 20 fondi è il numero massimo consigliato.

Andare sotto gli otto fondi e sopra i venti fondi ha poco senso, in un caso si prendono dei rischi che non si conoscono bene (può sempre andare bene, intendiamoci, ma può andare anche molto male), nell’altro ci si illude di dare un valore aggiunto che invece viene minimizzato proprio dal grosso numero di fondi.

Ovviamente questi ragionamenti valgono per portafogli di una certa rilevanza, se devo fare un piano di accumulo di capitale (PAC) dovrò prendere un solo fondo o al massimo 5 (un intermediario nostro cliente ha creato già molti anni fa una gestione patrimoniale in PAC con cinque fondi con logica costante mix).

Questi ragionamenti non valgono per i singoli titoli azionari, dove il rischio specifico e molto più alto che in fondo comune, quindi il numero di titoli azionari minimo per un portafoglio in GPM è 15, ma qui il valore aggiunto si puù apportare anche con un portafoglio di titoli azionari di 30-40 titoli.

Una volta che abbiamo selezionato i nostri bei 10 fondi, che peso gli assegnamo a ciascuno di essi?

La letteratura ci insegna che ci sono due principali modelli per la costruzione di portafoglio:

Rule based portfolio construction models (modelli di costruzione di portafoglio basati su regole)

Optimized portfolio construction models (modelli di costruzione di portafoglio ottimizzati)

I primi, ovvero i Rule Based sono modelli divisi principalmente in tre sottogruppi:

Equal Position Weighting (peso distribuito equamente)

Equal Risk Weighting (peso distribuito in base al rischio)

Alpha Driven Weighting (peso guidato dall’Alpha dei fondi)

Il portafoglio creato con il modello a) è il più semplice e anche il più difficile da battere, perché distribuire equamente il peso su ogni singolo fondo non espone ad errori di sovrappeso di un fondo che poi va male.

il portafoglio creato con il modello b) meglio conosciuto come Risk Parity, associa un peso maggiore ai fondi con minore rischio e un peso inferiore ai fondi con rischio maggiore.

Questa logica è molto stabile, normalmente in grado di perdere molto meno della logica equipesata, ma ovviamente non è in grado di ottenere gli stessi rendimenti.

Il portafoglio Alpha Driven è interessante per chi vuole ottenere grandi rendimenti, perché punta maggiormente sui fondi che hanno un Alpha positivo rispetto al mercato, anche se questa logica è tutt’altro che semplice da implementare, soprattutto per i limiti esposti nel post Quanto "maschio" Alpha è il tuo gestore?

Per chi avrà la fortuna giovedì prossimo 3/2 di partecipare al nostro convegno QUANT a Venezia, l’amico Ruggero Prof. Bertelli presenterà una nuova e innovativa logica di costruzione di portafoglio sviluppata in collaborazione con Gabriele Turissini, il direttore di INVESTORS’ e il sottoscritto basata sulla Divina Proporzione del Golden Ratio.

per chi non sa cosa sia il golden ratio invito a guardare questo video

Ma non vi aggiungo altro, vi lascio con la curiosità fino a giovedì…

DB

Commenti

  • Ospite
    Cesare Marconi Sabato, 25 Febbraio 2017

    Buongiorno articolo interessante, qui non siamo più nell'ambito del trading, bensì nella gestione. Volevo chiederle se quando si costruiscono questi generi di portafogli si assumono solo posizioni long? Grazie

  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi Domenica, 26 Febbraio 2017

    Gentile Cesare,
    grazie dei complimenti. Ovviamente si tratta di investimenti e non di trading.
    In questo esempio si tratta di simulazioni di investimenti in fondi comuni, quindi nessuna posizione Short a meno che non siano all'interno dei fondi stessi ma di cui non abbiamo evidenze.
    Mi permetto di darle una chicca sulle posizioni Short, essendo le stesse a perdita illimitata, la componente per ogni singola posizione deve essere minimale, quindi una fortissima diversificazione delle posizioni short, altrimenti il rischio di farsi veramente male è dietro l'angolo. la nostra esperienza insegna che una singola posizione short (in un titolo ovviamente, per gli indici è diverso) non deve superare il 3%.
    Spero di esserle stato utile
    DB

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