Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito
Questo Blog ha lo scopo di alimentare un dibattito che ci auguriamo posso accrescere anche la nostra e la vostra cultura finanziaria, per colmare il gap che ci differenzia dal mondo anglosassone e per poi far prevalere la nostra creatività e genialità tipiche del popolo Italiano
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Siamo seri, usiamo la statistica correttamente!
Troppe volte ho letto articoli imprecisi che riportavano dati parziali con scopi spesso nemmeno troppo velati.
Capita spesso di leggere, per di più su quotidiani economici rappresentativi di cui non farò il nome, di analisi faziose e manipolate per dare dei risultati che non rappresentano la realtà.
PREMESSA
Premetto che sono un grande utilizzatore di ETF e li ritengo strumenti molto validi che tra l’altro offrono opportunità di investimento in settori e nicchie di mercato particolari che non si trovano nei fondi comuni, (ho creato un fondo che investe esclusivamente in questi strumenti puntano su una strategia innovativa per la selezione); però quando leggo articoli che scrivono che solo ‘X per cento dei fondi (percentuale bassa ovviamente) di fondi battono il miglior ETF di categoria mi arrabbio perché queste analisi sono prive di fondamento scientifico, ne tantomeno statistico.
DISPERSIONE
Gli ETF, come peraltro i fondi, hanno rendimenti diversi uno dall’altro, pur replicando lo stesso indice, quindi prendere il best in class è già discriminante nei confronti dei fondi comuni.
Se si facesse il contrario, ovvero si prendesse il miglior fondo di categoria, quanti ETF sarebbero in grado di batterlo? probabilmente nessuno, o comunque molti meno ETF rispetto a quanto facciano i fondi.
Allora ho deciso di fare un’analisi più seria per vedere con maggiore rigore qual’è la realtà.
Per prima cosa si cita la fonte dei dati di analisi, nel mio caso il software ex-ante.it
Seconda cosa si cita chi elabora i dati, in questo caso DIAMAN SCF
Poi si scrivono le asset class prese in esame, il mio lavoro verte sulle seguenti asset class:
OBBLIGAZIONARI MONETARI
OBBLIGAZIONARI GOVERNATIVI
OBBLIGAZIONARI CORPORATE
OBBLIGAZIONARI EM. MARKET
OBBLIGAZIONARI HI YIELD
AZIONARI SETTORIALI
AZIONARI GEOGRAFICI
AZIONARI EM. MARKET
Per ogni Asset Class sono stati estrapolati tutti gli ETF o tutti i Fondi Comuni o Sicav con tre anni di storia al 20 luglio 2017, data di estrapolazione delle serie storiche.
Il numero per ogni Asset Class è riportato nella tabella
Come si può notare i Fondi comuni sono molti di più degli ETF, e questo porterà quasi inevitabilmente ad una maggiore dispersione dei rendimenti, ma se serve ne terremo conto.
Ho utilizzato la tecnica del BOX PLOT (per chi non sapesse leggere il grafico invito a leggere il Il mio nome è Bond, Corporate Bond!.) per raggruppare gli ETF di ogni categoria e i Fondi in un altro grafico.
Come si può vedere le differenze tra il migliore ETF ed il peggiore, in ogni categoria, sono notevoli; potreste dire, certo perché replicano indici diversi; osservazione giustissima, ma come anche i fondi investono in settori, in strategie, in mercati diversi.
Le differenze ci sono rispetto agli ETF e non sono sempre banali.
La domanda nasce spontanea, sono meglio mediamente gli ETF od i fondi nelle categorie Obbligazionarie?
Sorprendentemente, almeno per chi ha scritto che pochi Fondi battono gli ETF, in cinque categorie, in ben tre di queste la media dei fondi batte la media degli ETF, precisamente nella categoria Monetari, Corporate e Hi Yield, mentre in sole due categorie, Governativi ed Emerging Market gli ETF fanno mediamente meglio.
Se si considera che nelle categorie obbligazionarie i rendimenti sono modesti, soprattutto nell’ultimo periodo, e quindi i costi sono molto impattanti, il risultato è sorprendente.
Ma cosa succede se guardiamo il “best in class”, ovvero il migliore di categoria?
In questo caso solo nella categoria Governativi gli ETF hanno ottenuto negli ultimi tre anni un rendimento migliore, nelle altre quattro il migliore fondo di categoria ha battuto il migliore ETF della stessa categoria.
Se guardiamo i tre settori azionari le cose sono ancora più appannaggio dei Fondi.
In questo caso dal grafico si evince che i fondi settoriali sono quelli che hanno offerto la maggiore dispersione dei rendimenti, con alcuni fondi capaci di fare quasi il 100% in tre anni, e fondi in grado di perdere quasi ‘ottanta per cento.
Anche negli ETF la dispersione è simile nella categoria Azionari Settoriali, testimoniando che scegliere il settore corretto può portare ad ottimi risultati, ma sbagliare può costare caro.
CONFRONTO
Se analizziamo la media dei rendimenti delle tre categorie, in due su tre prevalgono i Fondi comuni, mentre se analizziamo il migliore, i Fondi vincono in tutte e tre le categorie.
RIGORE SCIENTIFICO
Ripeto la premessa iniziale, questa analisi è fatta per dare maggiore scientificità ad una comparazione che altrimenti non ha senso.
E’ chiaro che se confronto il best in class di una categoria pochissimi fondi battono gli ETF, ma è altrettanto chiaro che vale il contrario, quindi non è un’analisi corretta da fare.
PERCHE' PARLARE SOLO DI COSTI?
I costi sono importanti, anzi molto importanti negli investimenti finanziari, e gli ETF hanno portato una spinta competitiva all’industria del risparmio gestito che prima replicava i benchmark senza discostarsi chiedendo commissioni elevate non giustificate, quindi per fortuna ci sono gli ETF, ma demonizzare i fondi a tutti i costi non mi sembra corretto.
PROCESSO DI INVESTIMENTO
Avrebbe avuto più senso cercare di spiegare il processo di analisi dei fondi, il processo di selezione ed il processo di attribuzione dei corretti pesi e diversificazione delle asset class, perché in questi processi c’è il valore aggiunto, non nel confrontare in maniera per nulla scientifica due strumenti finanziari che possono e devono a mio avviso coesistere per la creazione di una corretta Asset Allocation di portafoglio.
Con una dispersione così elevata, se non si ha un corretto criterio di selezione si rischia di fare danni sia con gli ETF che con i Fondi, quindi la prima cosa è dotarsi di strumenti di selezione e di creazione di portafoglio adeguati, lo sanno bene gli oltre 250 clienti che utilizzano tutti i gironi il software EXANTE (se volete approfondire c’è un Webinar molto interessante proprio LUNEDI, cliccate qui per registrarvi).
ALTRE CARATTERISTICHE
E’ giusto altresì evidenziare le caratteristiche degli ETF che permettono di investire in segmenti specifici difficili da riscontrare nei fondi che tendenzialmente sono più generici, mi riferisco per esempio agli ETF sulle singole Commodities, ma anche agli ETF Smart Beta che utilizzano criteri e processi di selezione dei titoli con metodologie quantitative, oppure specifici ETF su mercati azionari periferici o anche sviluppati, oppure segmenti obbligazionari molto specifici che normalmente i fondi coprono solo in parte.
I FONDI SONO UTILI PER CHI LI SA USARE
Come è giusto evidenziare che esistono fondi molto validi e che un investitore dovrebbe avere in portafoglio, mi riferisco a quei fondi, senza fare nomi, che sono persistenti nella creazione di valore, o che grazie ad una specifica strategia sono de-correlati con altre asset class, o che investono in categorie particolari come i fondi sulla Volatilità.
NON IMMPROVVISATE
Insomma, spero che chi legge comprenda che creare un portafoglio di investimento non è banale, e non si può semplicemente riassumere nel comprare degli ETF perché costano di meno dei fondi, è una semplificazione troppo generica che rischia di limitare il portafoglio invece di valorizzarlo come potrebbe avvenire utilizzando opportunamente entrambi gli strumenti finanziari.
SCUSE
Scusate lo sfogo, ma spero che questo post serva a fare chiarezza su come si fanno i confronti tra Fondi ed ETF nella speranza di leggere in futuro solo articoli con maggiore rigore scientifico senza demonizzare ne li uni ne gli altri, perché entrambe queste tipologie di strumenti hanno una loro utilissima valenza.
CONDIVISIONE
Sempre aperto al confronto e al dibattito, spero condividiate e commentiate questo post come sempre costruttivamente nello spirito del Blog.
DB
Commenti
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Sabato, 22 Luglio 2017
Caro Francesco, ovviamente fa piacere ricevere queste approvazioni, ma dalle tue parole mi rendo conto che forse ho esagerato, non volevo e non voglio attaccare i giornalisti finanziari, semmai attaccare quelle società che sfruttano gli spazi che gli vengono concessi per far passare messaggi spesso privi di fondamento o quantomeno poco franchi nell'esposizione di dati
Caro Bernardi, gli articoli che si leggono sulla cosiddetta stampa specialistica sono troppo spesso fuorvianti, o meglio lo scopo è quello di indirizzare il lettore verso quelle soluzioni suggerite dai risultati cui perviene il giornalista di turno. Certamente è corretta l'analisi che lei svolge in questo post, ma, come lei stesso dice, non sempre la stampa finanziaria persegue uno scopo divulgativo di tipo scientifico o quanto meno conoscitivo-educativo. Infatti, personalmente rilevo che l'obiettivo perseguito è il marketing anche se ben celato e non immediatamente visibile in specie ai non addetti ai lavori.
Grazie per quanto fa.
Cordialmente, Francesco Gurrieri.