Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

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Sulla Volatilità, la classificazione e l'adeguatezza

Come detto nel post Oggi parliamo di Deviazione Standard da un punto di vista "non standard", la Volatilità è simmetrica ed è un indicatore di incertezza della stima e non di puro rischio degli investimenti finanziari.

Capirete da soli che quindi utilizzare questo indicatore statistico per classificare il rischio degli strumenti finanziari, pratica diffusissima tra gli intermediari finanziari, è non solo riduttivo e sbagliato ma anche pericoloso.

Mi spiego meglio, se un investitore avesse comprato nel 2007 un fondo obbligazionario corporate, il rischio dichiarato dalla volatilità storica di tale strumento sarebbe stato molto basso, e quindi una banca avrebbe potuto venderlo tranquillamente ad una fascia di clientela molto conservativa.

La volatilità di tale fondo l'anno dopo, con la crisi di Leaham Brothers e l'improvvisa illiquidità del mercato corporate, è triplicata in poco tempo, rendendo non solo non più adeguato il profilo di rischio di quello strumento per i clienti conservativi, ma forse anche per quelli più aggressivi.

Ora in caso di contenzioso con la Banca, il cliente avrebbe la strada spianata poichè le banche non hanno un processo di controllo in continuo dell'adeguatezza degli strumenti finanziari dati al cliente, e quindi dimostrare che si è verificata tempo per tempo l'adeguatezza è impresa difficile se non impossibile per la Banca stessa.

Perchè dico questo? perchè ho trovato veramente pochi intermediari finanziari, e ne ho girati tanti per il mio lavoro, preparati a comprendere i rischi e le opportunità offerte dalla normativa europea MiFID che dovrebbe tutelare maggiormente il cliente. Spesso la banca ha cercato di proteggersi con tonnellate di carta prodotta dai legali, rendendo il processo di adeguatezza e di acquisizione del cliente uno strazio per entrambi, piuttosto che applicare sani strumenti statistici e processi che realmente tutelino sia lei che soprattutto il cliente stesso.     

Quindi il mio invito è a continuare a seguirci su questo Blog, magari iscrivendovi per ricevere gli aggiornamenti in automatico, per valutare e capire quali indicatori statistici sono più indicati per migliorare il controllo del rischio degli strumenti finanziari e perchè no, del processo di classificazione degli stessi e di adeguatezza del cliente.

DB 

 

Commenti

  • Ospite
    Raffaele Zenti Lunedì, 20 Gennaio 2014

    Come quasi sempre in Italia, si affronta la cosa non nella sostanza, ma nella forma: cioè grande dispiegamento di forze di "compliance", carte e disclaimer per poter dimostrare di essere a posto. Va detto che questo atteggiamento è in larga parte indotto dai regulators italiani, ai quali mi pare interessi più la forma della sostanza (altrimenti molte cose sarebbero diverse).
    Il problema, in ogni caso, è che i rischi non solo sono mediamente poco compresi dai clienti, ma spesso anche dagli stessi intermediari...

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