Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

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L'incapacità previsiva EX-ANTE della frontiera efficiente

Come detto nel Post precedente, riguardante la capacità previsiva EX-POST della frontiera efficiente, usare modelli come Markowitz sui dati passati è come giocare alla schedina del totocalcio il lunedì conoscendo i risultati delle partite.

Immagino che per molti stonerà questo paragone, ma il fatto che i modelli di Markowitz siano complicati e quindi non siano di immediato utilizzo e comprensione, non significa che siano per forza validi, poichè rappresentano il miglior passato possibile, ma che nessuno ha realizzato, poichè per riuscire a farlo sarebbe stata necessaria una capacità di selezione EX-ANTE dei fondi che sicuramente Markowitz non è in grado di dare, ed eccone la prova.

 

Nel Post passato abbiamo analizzato dei portafogli modello nel periodo 2008-2010, ovvero tre anni di storia; ma questi stessi portafogli selezionati a dicembre 2010 come si sono comportati nel triennio successivo, ovvero da gennaio 2011 a novembre 2013?

Come potete vedere dall'immagine del Post, la frontiera efficiente non solo si è invertita nei rendimenti, ma è stata surclassata dai (200) portafogli di 10 fondi estratti casualmente.

Per poter riconoscere una capacità previsiva a Markowitz, credo che tutti converranno con me che i portafogli della frontiera efficiente avrebbero dovuto battere i portafogli casuali in almeno il 50% dei casi: in realtà il portafoglio più prudente che è stato il più performante EX-ANTE è stato battuto il 73% delle volte, mentre il portafoglio che nei tre anni precedenti aveva ottenuto la migliore performance è stato battuto il 95% delle volte dai portafogli casuali.

Quindi si può tranquillamente affermare che non solo Markowitz non ha capacità previsiva, ma che ad un investitore (o il suo promotore) conviene farsi un portafoglio a caso, che ha maggiori chances di ottenere un risultato superiore alla frontiera efficiente EX-ANTE...

Non me ne abbiano i supporter, che purtroppo sono ancora numerosi in Italia dei modelli media-varianza come Markowitz o Black-Littermann, ma d'altronde l'assioma di partenza di questi modelli non è che i mercati devono essere casuali? Quindi tutto torna...

Invito gli eventuali scettici a fare lo stesso lavoro che ho fatto io per rendersi conto che è proprio così! la finanza ha bisogno di modelli maggiormente deterministici, di cui parleremo in futuro per poter avere delle capacità previsive (quantomeno migliori della frontiera inefficiente) di selezione dei fondi.

DB

Commenti

  • Ospite
    Corrado Fantini Domenica, 12 Gennaio 2014

    Molto interessante questo studio. Mi viene in mente che anni fa feci un'analisi simile alla vostra .. ma con una tecnica simile all'Out-Of-Sample (quindi i migliori strumenti secondo la teoria di Markovitz vengono individuati a blocchi omogenei nel passato.. e poi si va a vedere in un successivo periodo di tempo ben delimitato cosa è successo; si ripete questo procedimento n volte .. e si ottiene per l'appunto un'analisi che da ex-post pura diventa out-of-sample). I risultati a cui giunsi, tuttavia (vado a memoria) non furono molto incoraggianti .. anche se in effetti vi sarebbe un'infinità di varianti operative, logiche e random che potrebbero rendere l'analisi ancor più raffinata. Ad ogni modo complimenti per l'analisi statistica proposta.

  • Ospite
    Chris Venerdì, 17 Gennaio 2014

    A mio modesto parere, l'efficacia del modello di Markowitz dipende dalla qualità delle stime dei parametri di input e soprattutto dal metodo adottato per la stima. Considerando stime campionarie (quindi con rendimenti storici) si da per scontato che "la miglior previsione del prezzo di un titolo domani, sia il prezzo odierno"; nella maggior parte dei casi non è così. Inoltre, le stime campionarie divengono particolarmente instabili nei periodi di forte turbolenza dei mercati. Utilizzando un semplice lisciamento esponenziale (o applicando un modello tipo riskMetrics) si riescono ad ottenere delle buone performance anche con il MV di Markowitz.

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