Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

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Un momentum, parlano gli accademici

Come anticipato la settima scorsa, sono andato a Nashville in Tennessee alla conferenza annuale (la trentacinquesima per l'esattezza) della FMA ovvero Financial Management Association.

265 sessioni da tre paper l'una in tre giorni di conferenza, un tour de force che fa comprendere quanto poco noi conosciamo della finanza e quanto potremmo imparare se ne avessimo il tempo.

 

Un paper di questi era il nostro sulla Target Strategy, presentato egregiamente dall'amico Prof. Ruggero Bertelli con cui condivido da qualche anno queste trasferte massacranti ma molto istruttive.

Ovviamente non abbiamo potuto seguire tutte le sessioni, abbiamo dovuto scegliere i paper più interessanti e vagare per il conference centre sconfinato per spostarci da una sala all'altra.

Mi sono concentrato sui paper che parlavano di momentum, ovvero quel processo di selezione di titoli o di indici settoriali che stando andando meglio per puntare a battere il mercato.

Tali strategie sembrano andare di moda tra gli accademici, che hanno presentato diverse strategie interessanti ma anche tra le più strampalate che abbia mai visto.

Per farvi un'esempio un professore universitario di Denver ha presentato una strategia che sostiene la tesi che la prima mezz'ora di contrattazione di un titolo azionario è predittivo per l'ultima mezz'ora della giornata.

A parte il fatto che sosteneva questa tesi con un Rquadro di 0,06, quindi non significativo dal mio punto di vista, ma poi faceva vedere che la sua strategia (intraday giornaliera) avrebbe guadagnato il 6% di media annua.

Apparentemente fantastico, peccato che alla mia domanda se teneva in considerazione i transaction cost e lo slippage il professore cercava di sostenere che non li aveva conteggiati perchè irrilevanti...

Peccato che 10 basis point (cinque in acquisto e cinque in vendita) al giorno per 200 giorni lavorativi faccia il venti per cento del capitale (senza conteggiare lo slippage); quindi questa straordinaria strategia nella realtà perderebbe il 14% su base annua (ovviamente facendo 4 conti "spannometrici").

Un'altro paper potenzialmente interessante dimostrava che la strategia di selezione dei titoli in base all'alpha funzionava meglio della strategia in base al beta, facendo vedere che, oltre ad una performance leggermente maggiore, aveva una volatilità inferiore di portafoglio, sia comprando i titoli azionari.

Il problema è che non considerava in alcun modo ne il drawdown, ne il turnover di portafoglio e nemmeno i costi di transazione, di fatto rendendo non affidabile lo studio, poiché se il portafoglio migliore in realtà cambia i titoli con continuità maggiore del primo, magari la performance sarebbe stata minore.

Non posso e nemmeno voglio pensare che i professori universitari, non solo americani ma di tutto il mondo, non vogliano tenere conto dei costi per negligenza, però quello che ho maturato in anni di esperienza di collaborazione con professori universitari è che hanno poca se non nulla esperienza di trading, o quantomeno di come funzionano nella pratica i mercati finanziari.

Questo è un reale problema che se non si risolve non potrà permettere mai una reale collaborazione tra mondo dei pratictioner e mondo degli accademici.

Dal nostro canto, noi attraverso la conferenza internazionale QUANT 2015 (www.quant.it) giunta alla decima edizione facciamo proprio questo, cerchiamo di confrontare il mondo accademico con il mondo di chi gestisce realmente i soldi dei clienti, e la splendida collaborazione con il prof. Bertelli ne è la riprova che ciò è possibile.

Avanti tutta, dobbiamo collaborare tutti per migliorare il mondo del risparmio gestito.

DB

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