La prima volta che sono venuto a conoscenza seriamente del Bitcoin è stato il 2013, grazie all’amico Dario Pizzato, un cosidetto “Miners” (minatore di Bitcoin) di vecchia data.
Nonostante i suoi tentativi di convincermi sulla bontà del Bitcoin, io ero molto scettico, il Bitcoin aveva appena raggiunto i mille dollari e non riuscivo a comprendere perché una valuta (nella mia testa il Bitcoin era solo una valuta di scambio) potesse valere così tanto rispetto alla “Valuta” con la V maiuscola per eccellenza, ovvero il dollaro americano (USD).
Lo seguivo si sfuggita quando avevo un poco di tempo, e quando è crollato a 250 dollari, mi sono detto: “ecco Daniele, avevi ragione tu”, questo Bitcoin non è altro che una fantasia senza senso di una ristretta cerchia di “nerd”.
Mi sbagliavo, non serve ribadirlo, ma non tanto per il prezzo del Bitcoin (certo, adesso con il senno di poi potreste dire che sono stato semplicemente un cretino…) ma per quello che il Bitcoin rappresenta.
Molti pensano che il Bitcoin sia una valuta, sono nate società che trasformano il Bitcoin in Euro (per i puritani si dice valuta FIAT) istantaneamente al momento del pagamento con una carta di credito al ristorante, o addirittura persone che hanno creato un wallet per spostare i centesimi di Bitcoin da un wallet ad un altro e immediatamente trasformarli in Euro per chi li riceve.
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