Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito
Questo Blog ha lo scopo di alimentare un dibattito che ci auguriamo posso accrescere anche la nostra e la vostra cultura finanziaria, per colmare il gap che ci differenzia dal mondo anglosassone e per poi far prevalere la nostra creatività e genialità tipiche del popolo Italiano
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Adeguatezza statica o dinamica?
l'adeguatezza è quel processo, realizzato da un intermediario finanziario, che permette di assegnare ad un investitore un grado di propensione al rischio da tradurre poi in un portafoglio di investimento "adeguato" ad esso.
Senza voler entrare nel merito di come gli intermediari finanziari strutturano e propongono il loro questionario alla clientela, vorrei porre l'accento su quanto questo modello di valutazione del rischio del cliente può tradursi in un grosso problema in fase di crisi dei mercati finanziari.
Mentre il modulo di adeguatezza è in grado di definire il profilo di rischio del cliente e la sua seguente propensione (o meno) a prendere dei rischi nei mercati finanziari, il quale dovrebbe rimanere costante indipendentemente da quello che accade sugli stessi mercati (cosa non scontata...); sappiamo bene che i rischi presenti sui mercati finanziari cambiano continuamente.
Un buon intermediario finanziario dovrebbe adottare dei processi di rilevazione del rischio sul mercato che permettano di adeguare il portafoglio del cliente tempo per tempo per cercare di mantenergli il rischio assunto coerente con il suo profilo di adeguatezza.
Purtroppo questo accade raramente e molti intermediari adottano ancora modelli dove in base al profilo di rischio del cliente selezionano delle componenti di rischio predefinite e costanti nel tempo: per fare un esempio se un cliente ha propensione al rischio 2 in una scala da 1 a 5 l'asset allocation sarà del 10% in azionario e 90% in obbligazionario, e questo indipendentemente da cosa succede sui mercati finanziari.
Portavo spesso l'esempio che un portafoglio 50% obbligazionario e 50% azionario nel 2008 era più rischioso di un portafoglio 100% azionario del 2007, per non parlare che se quel 50% in obbligazioni era composto da titoli corporate bond nel 2008 il rischio era ancora maggiore.
Per chi conosce bene i mercati finanziari, l'indice VIX della volatilità (di cui ho parlato nei post Deviazione Standard, Volatilità e VIX e La volatilità come nuova Asset Class di investimento) cambia velocemente e spesso passa da un rischio con un valore di 10 ad un valore di 40 o superiore (quindi 4 volte tanto); nel 2008 tanto per capirsi l'indice VIX ha toccato e superato il valore di 80; è fondamentale quindi trovare un processo che permetta di ridurre i rischi di portafoglio dinamicamente in base a quello che sta accadendo nei mercati finanziari.
Già, ma come farlo?
Se prendo la volatilità come indicatore di rischio (mentre sappiamo che la volatilità è principalmente un indicatore di incertezza), lo stesso varia con una velocità e variabilità troppo elevata e quindi mi costringerebbe a compiere operazioni sul portafoglio continue e molto onerose; se prendo il VaR (di cui ho descritto pregi e difetti nel post Pregi (pochi) e difetti del VaR) mi accorgo troppo tardi e agisco quando i mercati hanno già fatto il botto.
Quindi? come creare un indicatore in grado di aiutarmi?
DIAMAN ha creato il DIAMAN Risck Control che ha la seguente formula:
Dove W significa il peso ponderale che viene assegnato ad ogni indicatore, e di conseguenza:
Vol = Volatilità portafoglio di investimento
VaR = Value at Risk del portafoglio di investimento
Ulcer = Ulcer Index del portafoglio
DDR = Massimo DrawDown rolling del portafoglio
FatTail = rischio estremo della coda della gaussiana (leggere il post Hedge Fund Tail Risk)
Per chi volesse avere aggiori informazioni può guardare il video:
Per chi volesse invece avere maggiori informazioni può contattare michael.zanon@diamantech.net o fabio.carretta@diaman.it
Poiché prima o poi occorrerà una nuova crisi sui mercati finanziari (non voglio essere un uccello del malaugurio, ma è la storia che ci insegna che le crisi sono cicliche), perché rimanere inerti anche alla prossima crisi senza dotarsi di uno strumento di controllo del rischio che può permettere a voi o ai vostri clienti di ridurre le perdite momentanee?
Buon week end
DB
Commenti
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Lunedì, 15 Giugno 2015
Gentile Alberto, il questionario MiFID è nato per tutelare l'investitore ma è utilizzato per tutelare la banca e per questo è diventato un ostacolo alla corretta gestione del patrimonio di un cliente. Affidarsi a brevi gestori si, ma sapendo quali strategie adottano e diversificando sempre il rischio.
DB -
Domenica, 14 Giugno 2015
Se da un lato apprezzo lo sforzo di muoversi, non solo, verso una visione dinamica, nel senso temporale, del rischio ma anche sistemica del rischio stesso dall'altro l'impiego di pesi implica prima di tutto una forte soggettività limitando significativamente il tentativo di approccio sistemico poiché si perde la dinamicità con cui i singoli indicatori si relazionano tra di loro.
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Domenica, 14 Giugno 2015
scusate il disturbo - per curiosità di risparmiatore e piccolo investitore - il D.R.C. funziona anche per singoli fondi comuni ? - a questo riguardo come si è comportato ai cali dai massimi del 30 di marzo, del 6 di aprile e del 24 di aprile (circa e in genere) ? - grazie e distinti saluti
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Lunedì, 15 Giugno 2015
Gentile Giuliano,
il DRC funziona anche per singoli fondi, ma non come anticipatore, non abbiamo la sfera magica; so per certo che un nostro cliente internazionale utilizzando il DRI (fratello maggiore e più completo del DRC) è uscito molto bene.
comunque può avere risposta alla domanda mandando una mail a michael.zanon@diamantech.net
DB
Non sono molto bravo a scrivere ed esperto in finanza. Penso che il Questionario Mifid nato x tutelare i risparmiatori in realtà in queste fasi di mercato creino troppi lacci. Alternative affidarsi a bravi gestori e utilizzare strumenti dinamici e flessibili. Grazie Alberto F. Buona giornata