Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Questo Blog ha lo scopo di alimentare un dibattito che ci auguriamo posso accrescere anche la nostra e la vostra cultura finanziaria, per colmare il gap che ci differenzia dal mondo anglosassone e per poi far prevalere la nostra creatività e genialità tipiche del popolo Italiano

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Daniele Bernardi

Daniele Bernardi

La cultura è l'unico bene che condiviso accresce la ricchezza dei partecipanti

Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Come anticipato la settima scorsa, sono andato a Nashville in Tennessee alla conferenza annuale (la trentacinquesima per l'esattezza) della FMA ovvero Financial Management Association.

265 sessioni da tre paper l'una in tre giorni di conferenza, un tour de force che fa comprendere quanto poco noi conosciamo della finanza e quanto potremmo imparare se ne avessimo il tempo.

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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Sono in procinto di  tornare dalla conferenza organizzata da FMA (Financial Management Association) che quest'anno si è svolta a Nashville, TN.

Viaggiare in America mi mette sempre di buon umore, mi ridà speranza che il futuro possa essere migliore.

Certo essere nati in America significa poter sfruttare maggiori, quasi sterminate opportunità, è tutto più grande;  però è tutto oro ciò che luccica?

In questi giorni mi sono chiesto diverse volte come possa un popolo come gli Americani convivere con contraddizioni così forti ed incredibili.

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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Ebbene si, un mea culpa ci sta proprio bene, tre anni fa ho lanciato un fondo che oltre ad investire in titoli obbligazionari corporate ha come strategia di investimento la vendita di T-note Future e BUND future al fine di neutralizzare l'effetto Duration con lo scopo anche di poter guadagnare dal rialzo dei tassi di interesse.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Ciao Davide, E' vero, conosco la storia di Taleb che tra l'altro ho avuto il piacere di conoscere anni fa ad un corso di risk mana
  • marco
    marco dice #
    Daniele è ampiamente condiviso quanto scrivi. Se ci pensi e te lo avevo detto anche in risposta ad un altro post, l'economia è dro
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Ciao Marco, ho creato e sto studiando modelli matematici proprio perché non ho la sfera di cristallo e perché preferisco che sia u
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Questa volta provo a scrivere per primo il consueto appello: se vi piacerà questo post condividetelo e retwittatelo ai vostri amici...

La scorsa settimana ho spiegato con il post Analisi Quantitativa e Analisi Macro qual'è il punto di vista di chi utilizza l'analisi quantitativa, ovvero assumere che i mercati incorporano nel prezzo tutte le informazioni e anche tutte le aspettative del mercato e quindi si possono adottare tecniche di trend following per guadagnare senza farsi troppe domande.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Maurizio, Nella realtà l'analisi macro viene usata per fare scelte di asset allocation strategica, poi per i singoli fondi
  • Maurizio
    Maurizio dice #
    sono d'accordo, personalmente credo che nel risparmio amministrato ma ancora più nel risparmio gestito sia molto importante l'aspe
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Che differenza esiste tra chi analizza i dati Macro per comprendere come andrà la borsa in futuro e chi utilizza metodologie quantitative?

Partiamo con la definizione di analisi quantitativa: chi utilizza un approccio quantitativo al mercato analizza i dati a disposizione (e più ne ha meglio è, in linea di massima) per "estrarre" con un processo più o meno automatico le decisioni di investimento che quindi non vengono prese perché una persona o un comitato ha una opinione ma in base a precise regole di investimento.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Ciao Fabrizio, i modelli quantitativi funzionano discretamente sul day by day, ma ovviamente non sanno e non possono sapere che st
  • Fabrizio Monge
    Fabrizio Monge dice #
    Interessante articolo e molto bello l'esempio del referendum. A questo punto chiedo se il mio approccio, quel giorno, è stato for
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

La scorsa settimana abbiamo parlato di Drawdown, e quindi mi sembra assolutamente in tema presentare un indicatore statistico poco conosciuto ma molto utilizzato nei paesi anglosassoni per la valutazione dei fondi Hedge, soprattutto per i CTA (Commodity Trading Advisors).

Il Calmar Ratio o Drawdown Ratio è stato creato da Terry W. Young e pubblicato nella rivista Trade Jourlan Futures nel 1991.

Young possedeva all'epoca un'azienda in California chiamata CMA (California Management Accounts) dove oltre a pubblicare una newsletter CMA Report gestiva dei fondi per i propri clienti.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Francesco, non verrà inserito in Ex-Ante perchè a mio aviso il Martin Ratio è superiore al Calmar Ratio, in quanto prende
  • Francesco Gigli
    Francesco Gigli dice #
    Questo indice verrà in futuro inserito in ex-ante? Alla luce di quanto scrive ritiene quindi che oggi sia indispensabile un gestor
  • marco
    marco dice #
    ciao Daniele. quanto da te descritto e' lo specchio del mercato attuale. certo i bond in prospettiva sono un problema( vai a trova
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Per molti dirò cose ovvie e scontate, ma sono convinto che ci siano molte persone che possono trarre grandi vantaggi dal leggere questo post.

Innanzitutto chiariamo il concetto di drawdown, che non è altro che la perdita massima subita nel tempo da un investitore che avesse investito in una qualsiasi asset class; tradotto in termini più tecnici è la differenza percentuale tra il massimo assoluto ottenuto dalla serie storica e il successivo punto con il valore minimo.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Andrea, Ho visto prima il post su Linkedin... le ripeto la risposta: Il suo ragionamento non fa altro che confermare quel
  • Andrea Romei
    Andrea Romei dice #
    Buongiorno Dottor Bernaridi, complimenti, leggo sempre con interesse quel che scrive. Questa volta devo farle un piccolo appunto.
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

A Febbraio 2009, alla quarta edizione della nostra Conferenza Internazionale QUANTITATIVE & ASSET Management Workshop è intervenuta Carolina Minio Paluello, Head of Quant Research di Goldman Sachs.

Il suo intervento è stato per noi memorabile, ha parlato di un loro indicatore che avevano ma che non usavano che aveva predetto molto bene la crisi del 2008, solo che se ne sono accorti dopo settembre 2008, quando ormai il danno era fatto.

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Nel 2002, quando tra i primi in Italia ho introdotto una linea di gestione patrimoniale con il TIMING come caratteristica principale questa terminologia non esisteva e la parola TIMING oltre a non essere compresa veniva denigrata al massimo da quasi tutti gli operatori finanziari.

Per chi si ricorda quei tempi, venivamo da circa 20 anni di mercati (soprattutto quelli americani) di crescita quasi incondizionata, qualche piccola scossa come nel 1987 e nel 1998 ma complessivamente il 2001 era stato il vero primo anno negativo pesante, quindi per gli operatori fare timing non aveva senso.

All'epoca i modelli di markowitz o i nuovissimi Black e Littermann funzionavano molto bene, perché le correlazioni erano stabili, i rendimenti abbastanza costanti, quindi il premio per il rischio era ben quantificabile e pagava bene, tanto da indurre molte persone ad aumentare la loro propensione al rischio perché tanto veniva ben remunerato; ovviamente funzionavano bene guardando indietro, da quegli anni in poi in avanti sono stati un disastro...

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  • giuliano
    giuliano dice #
    Mi sa che la mia risposta alla sua risposta non sia partita - ripeto : ma allora questo metodo del risk on/off assomiglia molto al
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Giuliano, risk on/off significa entrare o uscire dai mercati, come farlo poi dipende da chi opera, noi da sempre ci affidi
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Giuliano, non si cambia modalità di misurazione del rischio in base alla posizione di un gestore. Mi spiego meglio, risk o
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Bentornati dalle vacanze,

come avrete sicuramente notato, durante il periodo estivo è saltato agli onori della cronaca il caso Banco Espirito Santo, una banca Portoghese privata basata a Lisbona. E' attualmente la seconda banca quotata più grande in Portogallo con una capitalizzazione di mercato 2100 milioni di euro al 15 Luglio 2014. BES ritenuta fino a poco tempo fa una delle banche portoghesi più solide è stata declassata dagli analisti di Moody's e Standard & Poor's a. La banca portoghese da alcuni mesi era finita nella bufera dopo l'apertura di alcune inchieste giudiziarie che hanno svelato delle irregolarità nei conti della controllante Espirito Santo International. Le agenzie di rating hanno atteso fino all'11 luglio scorso per per abbassare i loro giudizi sulla seconda banca del Portogallo dopo la sospensione del titolo nei giorni precedenti. 

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Grazie Filippo, fa piacere ricevere apprezzamenti, almeno si sa che non si lavora a vuoto...
  • Filippo Delrosso
    Filippo Delrosso dice #
    Come al solito Daniele sei preciso puntuale ed i tuoi articoli sono sempre interessanti
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Visto che questa settimana parto per una settimana di meritata (o quantomeno agognata...) vacanza, ho pensato di trattare un argomento leggero ma simpatico che vi farà comprendere che non sempre il mondo delle probabilità è lineare e comprensibile, e che spesso la realtà è contro-intuitiva, come avevo cercato di spiegare nel post Perchè i mercati sono controintuitivi.

Premetto che questo "gioco" ha scaldato l'opinione di migliaia di professori accademici e statistici, quindi sentitevi pure in diritto di pensare che il gioco che vi proporrò sembrerà sbagliato, ma abbiate il coraggio e l'umiltà di studiare il problema a fondo senza il pregiudizio di avere ragione e che il paradosso sia sbagliato (anche perché altrimenti non si chiamerebbe paradosso...).

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  • michele
    michele dice #
    ...ah frequentisti!!! : un bayesiano vedrebbe il tutto con occhi diversi!
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Caro Michele, le probabilità condizionate sono basate proprio sul modello bayesiano...
  • Daniele
    Daniele dice #
    Ma è fenomenale!!! Quando ci propongono una scelta noi abbiamo la maggiore possibilità di scegliere quella sbagliata. Cambiando
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Inviato da il in Miglioriamo insieme il mondo del risparmio gestito

Quasi tutti conoscono cos'è il VaR, ovvero il Value at Risk, meno sanno che è un indicatore che era stato richiesto e creato dal CEO di J.P. Morgan a seguito della crisi del 1987 e ancora meno sanno che inizialmente si chiamava CaR, ovvero Capital at Risk.

Ma veniamo con ordine, dopo il lunedì nero del 19 ottobre 1987 che aveva fatto perdere in un solo giorno ben più del 20% nel mercato azionario statunitense, il ceo di J.P. Morgan Dennis Weatherstone chiese ai suoi quantitativi di creare il famoso "4:15 report", ovvero un report che contenesse in una unica pagina un valore per ogni singola asset class che facesse comprendere il rischio di perdita a cui era sottoposta la banca con un valore di confidenza e di probabilità.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Eugenia, così è proprio difficile capire qual'è il problema; di sicuro c'è un problema nel calcolo perché il VaR è una mis
  • Eugenia
    Eugenia dice #
    Salve Daniele. Ho difficoltà a capire certi concetti sui rendimenti e VaR perché sono così bassi? Leggendo l'articolo non ho trov
  • federico
    federico dice #
    Daniele, a me dispiace che nn concordi ma questo non sposta di un punto la statistica. Ribadisco: un VaR calcolato mediante simul
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Negli ultimi tre giorni (2,3 e 4 luglio 2014) si è svolta a Venezia la World Financial Conference con oltre 500 partecipanti, per lo più accademici da tutto il mondo.

Secondo gli organizzatori, gli italiani che hanno discusso un paper erano circa una dozzina, troppo pochi per essere una conferenza svolta in Italia, ancora meno se si pensa che due di questi eravamo noi di DIAMAN.

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  • Signor Ernesto
    Signor Ernesto dice #
    Perchè su 30-40 accademici nessuno conosceva l'Ulcer Index, bella domanda. Provo a rispondere facendo una domanda anche io: prend
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Signor Ernesto, ottima osservazione, nel 2007 ho partecipato a Londra ad un convegno sull'Alternative Beta e replication d
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La Volatilità sta diventando una asset class a tutti gli effetti, ed avere strumenti finanziari in portafoglio con tale strategia può migliorare notevolmente l'efficienza di portafoglio.

Dopo aver compreso bene cos'è il VIX nel post La volatilità come nuova Asset Class di investimento e compreso come poter sfruttare il premio pagato da chi vuole proteggersi dai mercati finanziari nel post Il Contango non è un ballo argentino... adesso è il momento di analizzare i prodotti attualmente presenti e disponibili all'investimento.

Ovviamente non abbiamo la presunzione di conoscere tutti i fondi o gli Hedge Fund sulla volatilità, quindi se qualche lettore ne conosce qualcuno non menzionato in questo post, è pregato vivamente di farcelo sapere, così possiamo incrementare il peer group a beneficio di tutti.

Inoltre chiedo subito, poiché magari non tutti arrivano alla fine, di divulgare questo post e condividerlo nei social network qualora lo ritenete interessante, per far si che anche altri possano beneficiare delle informazioni che diamo.

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Come promesso svelo l'ETF che ha fatto il 730% in due anni e mezzo, lo vedete nell'immagine di copertina del blog; è passato da 10 a ottobre 2011 a 83 dei giorni scorsi, non male vero?

guardando la serie storica passata verrebbe voglia di comprarlo a mani basse, sale sempre con un poco di volatilità sopportabile sembrerebbe.

Ma l'apparenza nasconde delle insidie in realtà molto più pericolose di quello che si possa pensare: intanto la volatilità di questo ETF, che si chiama Proshare Short VIX Short term per chi volesse verificare o usare, è del 58% e il drawdown in questo periodo favorevole è stato del 30% circa, quindi non proprio banale.

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  • Luciana Zerbetto
    Luciana Zerbetto dice #
    Grazie. L.Zerbetto
  • Andrea s.
    Andrea s. dice #
    Interessante
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Prego Andrea, ci mancherebbe p.s.: di cosa?
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I mercati azionari sono ai massimi di sempre (quelli americani ovviamente, poiché a parte il DAX i mercati azionari europei sono ben distanti), la domanda che in tanti si fanno è: quanto durerà questo trend rialzista?

Ovviamente nessuno ha la sfera di cristallo e quindi prevedere il momento esatto in cui il mercato avrà una crisi seria non si può prevedere, però diversi strumenti possono aiutarci nel migliorare l'efficienza di portafoglio.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    E pizza sia, anche se in poco piu' di due anni il SVXY ha fatto il 620% mandami i riferimenti che la prima volta che passo per ro
  • Signor Ernesto
    Signor Ernesto dice #
    Cavolo allora voglio il premio..quando passi per Roma paghi pizza....hai detto poco più di due anni..
  • Signor Ernesto
    Signor Ernesto dice #
    Allora, comparalo con XIV, vedrai che hanno la stessa performance. La performance che ti ho postato lo presa al volo da yahoo http
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Il 2 di giugno è partito con NAV 100 il nuovo comparto DIAMAN Sicav Target Strategy!

Inizia una nuova era dove l'obbiettivo di rendimento è dichiarato e ottenuto con un processo di investimento coerente e slegato dalle vecchie logiche "Absolute Return" spesso generiche e soprattutto commerciali.

Da oltre due anni io e il prof. Ruggero Bertelli, insieme ai ragazzi del dipartimento quantitativo di DIAMAN che colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente, stiamo lavorando per perfezionare un processo di investimento che punti ad ottenere un rendimento costante ad obbiettivo, minimizzando il tracking error della traiettoria della serie storica invece che una generica volatilità come i modelli media e varianza.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentiissimo Fred, grazie per i complimenti per gli articoli ben fatti. Come lei è un investitore che cerca di migliorare, anche no
  • Fred
    Fred dice #
    Buongiorno Ing. Bernardi, prima di tutto grazie per le risposte. Io sono un investitore che cerca di fare il meglio possibile per
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Salve Fred, credo che lei abbia sufficiente esperienza di investimenti per comprendere che se un fondo parte in un periodo in cui
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La stima dei rendimenti futuri di un investimento finanziario è sicuramente difficile, sopratutto se si usa la statistica tradizionale basata sulla media e sulla varianza.

Se si analizzano in un solo passaggio 40 anni di storia e si prende come dato di rendimento atteso la media dei rendimenti di tutti e 40 gli anni si ottiene un dato poco significativo e poco utile per capire cosa succederà in un periodo più breve come per esempio 3 anni.

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  • Francesco
    Francesco dice #
    Il grafico proposto è senza dubbio interessante anche se non è del tutto esaustivo. Utilizzando il software Ex Ante, ad ogni prodo
  • Giampietro
    Giampietro dice #
    Grazie Daniele, molto esauriente. Buona giornata Giampietro
  • Giampietro
    Giampietro dice #
    Buongiorno ing. Bernardi, può spendere due parole per il "Rendimento medio condizionato"? Nell'esempio grafico sopra esposto tale
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Nel post della scorsa settimana Le Finestre Temporali di Investimento (parte 2) abbiamo visto insieme cosa sono le FTI,  Finestre Temporali di Investimento, ovvero uno strumento per analizzare il comportamento dei mercati finanziari ad orizzonti temporali prefissati, come nello studio effettuato tre anni.

Lo studio empirico evidenzia senza alcun dubbio che esiste una forte correlazione inversa tra rendimenti passati e futuri, che aumenta quando nel recente passato si abbia osservato un drawdown, ovvero una perdita dai massimi, di un certo rilievo, quindi abbiamo osservato che maggiore è stata la perdita, maggiori sono le probabilità di ottenere rendimenti positivi in futuro.

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Ernesto, infatti ho detto insieme, non da solo, ben vengano persone di buona volontà che contribuiscano attivamente, sia c
  • Signor Ernesto
    Signor Ernesto dice #
    uhmmm....Daniele si sta infilando in un ginepraio. Sappia che io prendo il suo invito "Miglioriamo insieme il mondo del risparmio
  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Giuliano, i fattori che indicano le probabilità future derivano da performance, volatilità e drawdown, ma non esiste una s
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Nel Post di fine aprile, Finestre Mobili per l'analisi dei mercati finanziari ho spiegato come utilizzare la tecnica delle rolling windows per analizzare una serie storica, e nel post della settimana scorsa, Introduzione alle Finestre Temporali di Investimento ho introdotto la tecnica utilizzata per provare ad analizzare il fenomeno del ritorno alla media.

Ricapitolando brevemente, la domanda a cui cercheremo di dare una risposta con questo post è la seguente: esistono momenti migliori di altri (intesi come maggiore probabilità di guadagnare) per investire nei mercati finanziari, e se si quali sono e come si identificano?

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  • Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi dice #
    Gentile Giuliano, guardare i mercati settimana per settimana senza un metodo matematico che indichi i momenti di entrata ed uscita
  • giuliano galiardi
    giuliano galiardi dice #
    Precisazione : 25% , 50%, 75% di probabilità !
  • giuliano galiardi
    giuliano galiardi dice #
    Buongiorno Ingegnere Metodo statistico > quest' anno quanti sono stati i casi di caduta (ad esempio in un fondo) del 5%, oppure de
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